Foto




lunedì 3 febbraio 2014

L'università secondo John Henry Newman



In occasione della ricorrenza di San Tommaso d’Aquino, patrono delle Università, il gruppo ha tenuto un incontro sul tema dell’Università secondo John Henry Newman, cardinale e teologo inglese. La conferenza è stata tenuta dal professore Luca Parisoli, docente di Storia della Filosofia Medievale, con il contributo di Don Pino de Simone, parroco della Diocesi Rossano - Cariati.

Newman nasce durante l’anglicanesimo, all’interno del sistema universitario inglese. Egli sceglie di essere un uomo di religione, aderendo inizialmente ai principi del cristianesimo protestante e, insediandosi allo stesso tempo, nel sistema universitario dell’università di Oxford, all’età di soli 16 anni. Viene espulso dall’ambiente universitario dopo la sua conversione al cattolicesimo, in seguito ad un suo viaggio in Italia. Vive in un contesto storico alquanto dinamico, periodo di rivoluzione industriale e colonialismo, i problemi di quel tempo li viviamo oggi con la globalizzazione.
Dal punto di vista del sistema universitario, il modello inglese era specialistico, ovvero un insegnante, una materia.
Con la rivoluzione industriale si manifesta e si sviluppa maggiormente il modello universitario sotto forma utilitaristica, che doveva “funzionarein associazione con le risorse umane necessarie all’impero (per esempio l’ingegneria veniva preferita alla poesia latina). Gli studi classici non erano più di prima scelta. Newman contrasta questi modelli seguendo:

  • ·      Una strategia che esalta gli insegnamenti tradizionali con alcuni suoi scritti mirata a difendere la figura del “gentleman inglese”, un personaggio ideale e positivo che rappresenta l’uomo istruito;
  • ·      Una strategia in cui importante è essere sempre alla ricerca della verità ed essere “affamati” di sapere e ciò rende migliori, preparati, completi. La verità è nel tentativo di collegare più discipline, sia quelle specialistiche che quelle umanistiche. E’ questo il profilo del “gentleman” un uomo che spazia su più argomenti in modo approfondito.
 Elemento importante è la teologia, considerata scienza tra le altre scienze dove lo strumento guida è la ragione e quindi la verità, ha aggiunto Don Pino. L’università, è un “ambiente di casa” in cui non solo la religione ma anche le altre discipline devono essere in contatto tra loro.  
Alla fine della conferenza si è aperto il dialogo tra professori e studenti. Molte sono state le domande: se esiste ancora oggi la figura del gentleman, se l’università ci dà la possibilità di essere alla ricerca della verità o se ci impone una verità, se è utile conciliare tutte queste discipline. La società in cui viviamo oggi è improntata da valori capitalistici, quindi l’utilitarismo è il campo dominante dove il gentleman non è funzionale. Il vero progresso deriva dall’unione di più saperi, dall’universalità di più conoscenze. Senza questi collegamenti, senza questo “collage” l’università non può considerarsi tale.


di Alessandro Giordano

1 commento:

  1. è stato un incontro molto interessante! poi il prof. ha citato il tema della Settimana dell'Università di quest'anno federativo "internazionalizzazione degli studi ed universalità dei saperi" ;) ;)

    RispondiElimina