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lunedì 27 ottobre 2014

In Spiritu et Veritate

Dal 16 al 18 ottobre ad Arezzo si è svolto il Congresso Straordinario della FUCI, che ha visto il coinvolgimento di circa 150 giovani universitari intenti a riscoprire la figura di Giovanni Battista Montini, testimone nell’università e nella cultura contemporanea. Il congresso si è concluso il 19 ottobre a Roma, presso Piazza S. Pietro, dove i fucini si sono recati per partecipare alla Beatificazione di Papa Paolo VI, presieduta da Papa Francesco. 

I fucini partecipanti al Congresso Straordinario
Paolo VI, figura assai cara alla Federazione, ha sempre avuto a cuore i giovani universitari, seguendoli da vicino, prima come assistente del gruppo di Roma, poi come assistente ecclesiastico generale dal 1922 al 1933. Il Congresso, sviluppatosi nei luoghi della città Toscana ricca artisticamente e culturalmente, è iniziato giovedì pomeriggio con l’intervento di S. Em. Card. Giovanni Battista Re, prefetto emerito della Congregazione per i vescovi. La giornata di venerdì è stata, invece, suddivisa in due momenti: la mattinata è stata dedicata alla riscoperta e all’approfondimento della figura di Paolo VI, mentre il pomeriggio alla formazione federativa. La tavola rotonda della mattina è stata introdotta da tre relatori: il Prof. Xenio Toscani- Università Cattolica del Sacro Cuore-  ha fornito un profilo biografico generale; la Prof. ssa Maria Pia Sacchi Mussini- Università degli studi di Pavia- si è occupata dell’aspetto universitario e culturale di Montini; infine, il Prof. Paolo Nepi- Università degli studi di Roma Tre- ha focalizzato l’attenzione sul laicato e la formazione sociale. Nel pomeriggio, i giovani della FUCI hanno avuto modo di confrontarsi in diversi laboratori formativi: diocesi, territorio, università, dinamiche di gruppo, tesoreria, comunicazione, assistenti. La sera i giovani si sono recati, per una veglia di preghiera, al Monastero di Camaldoli, simbolo del legame tra la FUCI e Paolo VI. 

Sabato mattina, dopo la Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Riccardo Fontana, vescovo di Arezzo, i fucini si sono recati a Roma e la sera hanno preso parte alla veglia di preghiera organizzata dalla diocesi di Roma, presso la cappella dell’università “La Sapienza”. Momento centrale e culminante del Congresso è stata la partecipazione alla Beatificazione che ha rivelato la presenza ancora viva di un uomo che ha saputo offrire un importante contributo di spiritualità, cultura e responsabilità a giovani che ogni giorno sono chiamati a testimoniare la loro fede nell’ambiente universitario in cui vivono.


Cristina Iorno e Jessica Bagalà 

giovedì 23 ottobre 2014

Presidenza di nuovo al completo!

L'inizio dell'anno federativo per il gruppo FUCI Cosenza "Francesca Gallo" è all'insegna di ben due nuovi membri di presidenza.

Jessica Ritacco, neo eletta
Presidente femminile

In primis, parliamo della nuova Presidente femminile dei gruppo Jessica Ritacco, eletta in seguito delle dimissioni di Beatrice Garisto. Da un anno in FUCI, Jessica ha dimostrato un forte interesse ed affetto per la federazione che l'hanno portata a maturare questo volontà di mettersi a servizio, che è stato premiato subito dai membri del gruppo.


Carlo Borsani, neo eletto
segretario di gruppo
Il team di presidenza si è poi completato con l'elezione di Carlo Borsani quale nuovo segretario del gruppo, subentrando alla dimissionaria Alessandra Demaio. Lo spirito fucino di Carlo lo ha sempre portato a dedicarsi alla federazione in diversi modi; la segreteria ha pertanto rappresentato per lui l'ennesimo mezzo con la quale sostenere il gruppo.


Ad entrambi tutta la FUCI di Cosenza vuole augurare buon lavoro e buon cammino, ringraziando al contempo Beatrice e Alessandra per il servizio svolto.

lunedì 20 ottobre 2014

Il testamento spirituale di Paolo VI

Prosegue il cammino verso una conoscenza più approfondita della figura di Paolo VI (divenuto Beato lo scorso 19 ottobre) del gruppo cosentino con il testamento spirituale. Scritto il 30 giugno 1965 nel 3° anno di Pontificato, con qualche aggiunta nel 1972/73, Montini esprime le sue ultime volontà. Sin dall'inizio Giovanni Battista denota la sua umiltà ringraziando il Signore per averlo rigenerato e condotto alla pienezza de della vita, mostra gratitudine verso la famiglia e i suoi genitori (“oh siano benedetti i miei degnissimi genitori”) , verso chi lo ha educato, aiutato e circondato da affetto e fiducia. Un uomo riservato, pensieroso e molto intellettuale, non aveva grandi pretese e amava essere un parroco di paese (il suo “sogno” da sempre). Infatti nel testamento menziona “l’immeritato onore di essere ministro della Santa Chiesa” e di essere stato arcivescovo di Milano sulla cattedra dei santi Ambrogio e Carlo (“per me troppo alta”).  Invita la Chiesa ad ascoltare la parola che il popolo pronuncia “con gravità e amore”; incita  alla riconciliazione con i fratelli separati con pazienza, comprensione, amore; sul mondo soprattutto sprona tutti a servirlo, a studiarlo, ad aiutarlo e ad amarlo prima di assumerne i costumi e gusti. L’umiltà e la riservatezza  di questo Papa si nota anche dalla volontà di “morire povero” di disporre elemosine, di dare a chi merita e distruggere tutto ciò che riguardava i suoi scritti personali; la volontà di funerali semplici e senza catafalco, utilizzato per le esequie pontificie. Nonostante molti vedono in  Montini come una persona fredda e quasi distaccata, forse perché non ben capito, egli ha dimostrato di essere un lavoratore instancabile al fedele servizio di Dio, il tutto con il silenzio, con lo studio e il sacrificio, e, cosa importante, con amore, una parola che ricorre spesso nel testamento. Metterci amore in ogni cosa è fondamentale per andare avanti, per crederci, per sperare. Sono proprio queste le parole che aggiunge Paolo VI nel 1972 che devono risuonare da eco soprattutto per i giovani: Credo, Spero, Amo.

Alessandro Giordano

                                                                                                                                 

sabato 11 ottobre 2014

Giovanni Battista Montini: Dal "sogno" di parroco a Pontefice


Il gruppo FUCI Cosenza "Francesca Gallo" ha aperto i battenti lo scorso primo ottobre trattando unimportante figura ecclesiastica, ovvero quella di Paolo VI, in occasione della imminente beatificazione del pontefice il prossimo 19 ottobre. A relazionare è lassistente di gruppo Padre Luigi Cortese che ha parlato di come si arriva all'elezione di Montini pontefice. Bisogna preannunciare che Giovanni Battista Montini proveniva da una famiglia di medici , avvocati e giornalisti, quindi alto-borghese, e viveva in un epoca storica che segnava il tramonto dellantico regime; nel 1861 venne istituito il Regno DItalia e nel 1870 venne proclamata Roma capitale, egli nacque nel 1897. Dal punto di vista storico non era un buon momento per il rapporto tra Chiesa e Stato visto che con Roma capitale, lItalia cattolica soffriva molto e sembrava che la Chiesa perdesse il suo potere limitando il Papa. Dopo oltre 40 anni di prese di posizione da una parte e dallaltra si arriva ad una svolta: nel 1929 vennero istituiti i patti lateranensi che ripristinarono il rapporto tra Stato e Chiesa. 


Dopo questo cenno storico,  Montini seguiva i gesuiti e prediligeva loratorio della pace fondato da San Filippo Neri. Lorigine bresciana e la comunità religiosa lo hanno portato a questa preoccupazione seguendo la Chiesa ma educando il popolo. Nel 1920 prese essa trasferendosi da Brescia a Roma. Nella sua grande umiltà, il suo sogno era quello di essere parroco di un paese, non aveva grandi prospettive. Egli intraprese la carriera diplomatica avvicinandosi ai gruppi apostolici del momento; il mondo cattolico era molto vivace e attivo ma anche abbastanza disorganizzato. Venne inviato a Varsavia successivamente come addetto alla Nunziatura Apostolica cominciando la sua carriera alla curia romana sotto la guida di Pio XII. Nonostante divenne diplomatico contro la sua volontà, Montini trasmetteva la sua sensibilità verso il mondo operaio partecipando allazione cattolica e alla FUCI, nominato dapprima assistente ecclesiastico al circolo romano e poi successivamente venne nominato assistente nazionale.  Una delle innovazioni che ha instaurato Paolo VI è stata quella di saper coniugare e formare i giovani rendendoli liberi di prendere le proprie iniziative in maniera autonoma e indipendente rispetto alla vita ecclesiastica. Proprio questo motivo lo ha portato a dei contrasti con le gerarchie ecclesiastiche che lo conduceva a pensare alle dimissioni ma era una sofferenza che volle tenere per se e non lo disse subito al Papa di allora ovvero Pio XII. Questa notizia però arrivò al Pontefice tramite le cosiddette voci di corridoio ed egli convoca Montini rivelandogli che non aveva più fiducia in lui. Lo nomina comunque arcivescovo di Milano ma non diventa cardinale. Aneddoto curioso fu alla morte di Pio XII:  non essendo cardinale Montini non poteva candidarsi, in questo modo venne eletto nuovo Pontefice Giovanni XVIII (se Montini fosse stato eletto cardinale sarebbe divenuto sicuramente Papa). Venne eletto comunque cardinale dallo stesso Giovanni XVIII nel 1958 e il 21 giugno del 1963 divenne Papa.

            Alessandro Giordano