Anno nuovo, la stessa fame di conoscenza. E’ così che, dopo
le grandi abbuffate delle feste, la Fuci si è puntualmente riunita per
soddisfare ben altro tipo di fame! Il tema, lo stesso con cui a Natale ci
eravamo lasciati facendoci gli auguri: il Giubileo. Stavolta però approfondendo
la parte cristiana, a noi più vicina nel tempo e nel costume.
Il passaggio dal giubileo ebraico-sociale a quello
cristiano-spirituale – continua Padre Luigi – avviene, come detto, nell’anno
1300 quando Bonifacio VIII, spinto da una grande folla timorosa del giorno del
Giudizio e quindi desiderosa di purificazione, decide di concedere l’indulgenza
plenaria a tutti coloro che si fossero recati in pellegrinaggio a Roma.
Per capire questo ed altri fatti l’origine delle parole ci
viene, come al solito, in aiuto. “Indulgenza” deriva dal verbo latino indulgere
(condiscendenza, condono, abolitio). I Romani usavano indulgentia
essenzialmente come “remissio tributi” (remissione di un debito) o “remissio
penae” (remissione di una pena), sempre quindi con accezione materiale.
Inizialmente ai cristiani si richiedeva un severo rigore rispetto
a quanto affermato dalla religione cristiana, rinnegando le loro precedenti
abitudini pagane. Ricordiamo che il Medioevo era anche il periodo del disprezzo
delle cose terrene (“Contemptus mundi”). Coloro che cadevano in tentazione
prendevano il nome
di “rapsi”.
Il percorso del penitente nel “lucrare l’indulgenza” era
fatto di 3 passaggi: