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sabato 1 marzo 2014

Mistero del Bene e del Male: seconda parte

Risolvere il mistero del bene e del male è un'ardua impresa, che conduce solo a ipotizzare su quanto già avvenuto. Se una prima analisi è stata condotta dagli esordi e ha riguardato l'emblema della creazione e quindi la ribellione di Adamo ed Eva, dovuta all'astuzia del serpente; questa volta ci soffermeremo su un avvenimento culminante, quale la turpissima morte di Cristo. Questo momento, che vede quest'uomo crocifisso, designa la sua pienezza nella croce, il culmine della sua rivelazione. La passione di Cristo è uno degli eventi biografici più descritto, in quanto tramite questo gesto epocale, Egli ha dato l'ennesima prova vivente di ciò in cui crediamo. Cristo si è fatto carico delle sofferenze dell'umanità per condividere, e quasi sostituire i mali che ci opprimono; ma la sua, oltre ad essere una morte disumana, è considerata una morte di croce. Questa croce simboleggia uno strumento di dolore e vergogna da un lato, ma dall'altro aumenta la considerazione riposta nei suoi confronti. Infatti, nonostante la sua immagine venga screditata dagli animi maligni, si noti la sua collocazione tra i due ladroni,  Cristo resta un personaggio di un certo livello, probabilmente temuto, accusato persino di un delitto non commesso.

La croce è un elemento che ha creato turbamento per i pagani, ma sostegno per i cristiani. Per i primi la croce è considerata uno scandalo, che genera terrore al solo nominarla. Ad esempio Cicerone, in una delle sue orazioni chiamata "Pro Rabirio perduellionis reo" afferma "Il nome stesso della croce, stia lontano non solo dal corpo, ma anche dal pensiero, dagli occhi e dalle orecchie". Mentre per i secondi la croce è sapienza, attraverso essa si glorificano. S.Paolo  in una delle sue "Lettere ai Galati" sostiene "stia lontana altra gloria che non sia la croce di Cristo".
Questo sacrificio è un passaggio essenziale per trasmettere la sua unicità e autorevolezza, in mancanza di questo gesto, non sarebbe passata alla storia la sua onnipotenza. Cristo:

  •  è andato oltre,
  •  ha riversato il tutto su se stesso,  
  • si è dichiarato Via,Verità,Vita,
  • ha chiamato Dio padre e lo ha condiviso con l'uomo. 
Attraverso la morte, si rinnova la sua grandezza, e si rivela anche la sua parte interiore. Cristo si manifesta uomo: soffre, si deprime, si lamenta, sfiora la ribellione, consola il ladrone  fino ad arrivare ad un abbandono totale. Tutto ciò per dimostrare che il male è una condizione in cui Egli era totalmente immerso; una morte sofferta, che Cristo ha accettato con consapevolezza e libertà.
Nella maggior parte dei casi è il male a prevalere sul bene, in quanto la tentazione da parte del demonio, manifesto nella vita quotidiana, è talmente potente, che a volte diventa impercettibile. Viviamo in sua società dell'estremismo, in cui l'uomo ha un dono  inviolabile, quale il libero arbitrio, che gli permette di scegliere l'una o l'altra strada. L'uomo è l'esecutore del suo agire e non deve temere Cristo, il quale ha raggiunto livelli di sofferenza altissimi, per dimostrare la sua massima fede. Attraverso la preghiera e operando il bene, il male può essere sconfitto, in quanto detiene la forza di tentare, ma non quella di reagire.

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