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domenica 28 febbraio 2016

WHYSIRIA: la questione siriana


Mercoledì 24 Febbraio si è svolto in cappella universitaria l’incontro Fuci con tema la complicata “questione Siriana”. Ad illustrarne tutti gli aspetti il nostro fucino “Zio” Davide Mantoan. 

Davide ha scelto di cominciare la discussione con il video #WHYSIRIA nel quale si dà risposta a tutti i “perché” grazie all’aiuto di 15 mappe ed in pochi minuti. Se infatti non bastasse l’assurdità di una guerra civile, ancora più difficile è spiegare il perché di tanta ferocia che contrappone più di 70 diverse fazioni. Alcune delle ragioni sono da ricercare nella posizione privilegiata della Siria: affacciata sul Mediterraneo, possiede una importante fetta di deserto arabico, famoso per le sue immense riserve di petrolio e gas naturale.

Migliaia di anni fa la Siria faceva parte di un’area geografica molto vasta e prospera, la Mesopotamia, nella quale sono nate le tre più importanti religione monoteiste, nell’ordine: Ebraismo, Cristianesimo ed Islam.
La questione religiosa non è da sottovalutare visto che al governo, appartenente alla fazione sciita (13% del paese) stabilitasi nei fertili territori della costa, si contrappone la parte di popolazione sunnita (quasi il 70%) e presente prevalentemente nella parte orientale del paese. In questo solco di tradizione islamica, totalmente inflessibile nell’interpretazione del Corano, si introduce anche l’Isis. Parte importante della popolazione è costituita anche dai Cristiani (10%) che in tutto questo subiscono come tutti gli altri violente persecuzioni. Da non trascurare il popolo Curdo, ancora alla ricerca del riconoscimento di un proprio stato, nella parte Nord del paese.

Carta politica della Siria.
I paesi confinanti sono Turchia, Iraq, Giordania, Israele e Libano.
Questa polveriera è stata purtroppo costruita anche dai governanti europei. Lo snodo fondamentale è stata la seconda guerra mondiale. Al termine di questa infatti il popolo arabo pensava si sarebbe finalmente realizzato il sogno della nazione panaraba, sogno di unità cullato ormai da secoli. In realtà le nazioni europee frammentarono l’area in tanti piccoli stati, fra cui la Siria appunto ed il discusso stato d’Israele, e continuando lo sfruttamento delle risorse tramite le proprie compagnie. In un clima di confusione più che di fervore ideologico nacquero partiti appartenenti alla corrente Ba'th fondata sempre sul sogno di un’unica nazione araba e su idee socialiste. 
Di qui l’apparizione sulla scena politica fra gli altri di Hafiz al-Assad, padre dell’attuale dittatore, tramite un colpo di stato e tutti gli avvenimenti degli ultimi anni fra cui la primavera araba, finita anch’essa nel sangue. 
Giovani siriani manifestano a favore del governo di Assad
 e della Russia sua alleata.
Oggi la situazione, come detto, è complicatissima, con i paesi esteri che prendono parte schierandosi dalla parte del governo o dei ribelli con posizioni simili a quelle viste negli anni della guerra fredda con la “sfida” Occidente-Oriente, Stati uniti-Russia. 
Il dibattito fucino è partito proprio dal ruolo che la politica internazionale deve svolgere. Fra le varie ambiguità di alcuni paesi come la Turchia, Russia e Stati Uniti, la conclusione di Davide e condivisa all’unanimità è stata purtroppo di una impossibilità di soluzione in tempi brevi. L’unico dato certo è la sofferenza di un popolo costretto ad emigrare in massa o morire nelle proprie terre. I nuovi martiri di oggi. Davide ha voluto poi porre l’accento sulla questione religiosa con una spiegazione delle principali differenze tra sciiti e sunniti ed attribuendo in generale la difficile soluzione del conflitto anche alla non negoziabilità di alcuni insegnamenti del Corano, fatto che degenera come nel caso ISIS nell’estremismo religioso.



Francesco Tripaldi

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