Mercoledì 23 ottobre si è svolta la consueta
festa dell' accoglienza presso la parrocchia universitaria San Paolo, il cui
obiettivo è quello di accogliere le varie matricole, ma soprattutto gli
studenti stranieri,in modo da renderli più partecipi nella nostra comunità.
Credo che il boom d'affluenza abbia stupito tutti, al punto tale che il numero
degli stranieri ha superato decisamente quello degli italiani. Questo l'aspetto
che ha meravigliato e compiaciuto il rettore Gino Mirocle Crisci, che
attraverso le sue parole di benvenuto ha dato inizio alla serata. Uno dei temi
è stato quello di presentare i vari gruppi costituitosi all'interno
dell'ambiente universitario, e non solo; a partire dal gruppo Fuci, i cui
presidenti hanno illustrato in breve di cosa si occupa questa federazione,
rendendo il tutto più esplicito e divertente tramite un video; seguito dal
gruppo Comunione e Liberazione, presentato da un canto e infine il gruppo
Rinnovamento dello spirito, che ha messo in luce i vari appuntamenti
settimanali,che si svolgono in parrocchia. Per poi arrivare alla rappresentazione
dei vari paesi approdati all'Unical: Cina, Ecuador, Paraguay, Indonesia. A questo
proposito si sono alternate presentazioni in power point, seguite da balli e
canti tradizionali, accompagnati da costumi altrettanto tipici. A seguire, un
momento di comunione, attraverso il messaggio rivolto a noi giovani di Papa
Francesco: "non lasciate che siano gli altri i protagonisti del
cambiamento, voi siete quelli che hanno il futuro, a voi chiedo di essere
protagonisti di questo cambiamento! Continuate a superare l'apatia, offrendo
una risposta cristiana alle inquietudini sociali e politiche[...] vi chiedo di
essere costruttori del mondo, di mettervi al lavoro per un mondo migliore!
". Un momento di vera condivisione è avvenuto durante la recita del Padre
nostro, ognuno nella propria lingua. Il risultato? Voci all'unisono. Ma ancora
più emozionante è stato lo scambio di un gesto di pace, in cui si è mostrato
affetto e sincerità tra le varie razze. Conclusasi questa prima parte, i
ragazzi stranieri hanno offerto piatti tipici, oltre quelli preparati dalla
parrocchia. Ma al primo accordo intonato dalla fisarmonica giù i bicchieri e il
ritmo, soprattutto latino,ha preso il sopravvento, si è dato il via al lato sia
gioioso di noi ragazzi, che curioso e attento nell'imitare i vari balli tipici.
Creare quei grandi cerchi, stringersi per mano, abbracciarsi, sorridere a
tutti, nonostante non ci si conoscesse, questa è stata la vera
accoglienza,simbolo di speranza. Chiaro il desiderio di voler cambiare, di
unirsi, di superare ogni tipo di differenza che sia razza,religione o classe
sociale. Non pregiudicare, bensì il contrario, offrire un supporto a questi
studenti stranieri è un gran gesto di umiltà, che viene contraccambiato con
affetto, rispetto e un gran senso di fratellanza.
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