Mercoledì 6 Novembre, in seguito all'incontro riguardante la
riforma Costituzionale; l'attenzione si è spostata su un argomento di vitale
importanza, quale l'individualismo, che il professore L. Parisoli, docente di
storia della filosofia medievale, ha presentato come causa della confusione
sociale oggi.
L'individuo
è:
·
fondamento della società, che bisogna
contrapporre ad una realtà, costituita da vari individui;
·
fonte di diritti e dovere;
· principio di globalizzazione;
·
ha reso possibili i rapporti sociali tra le
varie tribù e clan, in cui la responsabilità è di tipo collettivo.
Non può esistere un gruppo, se non passando da
un'individualità stabile e potente, che richiede coerenza e consapevolezza.
L'identità del gruppo deve essere riconoscibile e accettata.
La comunità basata su un'unità dogmatica, come la nostra, porta a una ri-feudalizzazione e ciò significa perdere la fiducia nello stato, ma anche
contrapporre l'esaltazione dell'individuo contro la faziosità di tipo clanico.
Da qui scaturisce la violenza politica, e si innesca un ulteriore processo di
vendetta, da non intendere come un vizio, bensì come un modo denigratore che
regola i rapporti sociali, designando una società maligna.
Un grande filosofo che parlava di potere feudale fu J.J.Rousseau, il quale si concentrò su questa
formula: "Prima cittadino, poi Uomo", nel senso che non esistono
uomini al di fuori delle leggi umane; non c'è un'antropologia da opporre a ciò
che offre lo stato, ma così facendo si crea anarchia feudale e i rapporti tra
gruppi non fanno altro che trasformarsi in scontri.
Per superare in maniera legittima
questa dimensione, è necessario stabilire dei diritti, che tengano ben presente il concetto di individualismo. Il professore ha concluso l'intervento affermando che le strutture sociali non devono far altro che seguire l'idea di
Pierre Legendre: "il potere di ripartire, il potere di scendere a patti con
i propri concorrenti".
Nessun commento:
Posta un commento