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sabato 23 novembre 2013

Internazionalizzazione degli studi, universalità dei saperi


L'università della Calabria presenta una realtà internazionale, quasi sconosciuta in Italia e persino agli occhi dello stesso calabrese. Eppure l'ateneo Cosentino si colloca al secondo posto, subito dopo la Sapienza di Roma, per quanto riguarda gli studenti stranieri iscritti a lauree triennali, magistrali e dottorandi. Questo uno dei motivi per cui giorno 21 novembre, la fuci ha organizzato un evento dedito agli scambi interculturali, inaugurando la VI settimana dell' università, intitolata "Internazionalizzazione degli studi, universalità dei saperi". 



Il moderatore,nonché presidente Davide Spanò, dopo aver presentato in breve in cosa consiste la Fuci, dato il cospicuo numero di stranieri; ha ceduto la parola a Gianpiero Barbuto, responsabile del settore relazioni internazionali dell'Unical e successivamente alla  Dott.ssa di Ricerca in storia economica, demografia, istituzioni e società nei Paesi del Mediterraneo, Roberta Saladino.
Il primo relatore si è soffermato sulla situazione riguardante l'Unical; partendo innanzitutto dal termine "straniero", considerato come una componente discriminante, in quanto lo studente che dall'estero viene a studiare in Italia, è internazionale, non straniero. I rapporti di tipo internazionale infatti, partono dal presupposto che tutti sono uguali, non esiste il concetto di razza o diversità,  bisogna essere consapevoli del fatto che il mondo è vario.
L'Unical propone:

- un'efficiente servizio di accoglienza, che offre una guida per gli studenti internazionali, a partire da quelle che sono le questioni burocratiche, in più permanenza,alloggio, offerta formativa, orientamento campus;fino ad arrivare all' assistenza sanitaria e il rilascio del codice fiscale. Si tratta del "Welcome office" che ha registrato circa 170 accordi con varie università del mondo, quindi da precisare che non si contratta solo con realtà europee. (http://www.unical.it/portale/ateneo/amministrazione/aree/ricerca_scientifica/relint/welcome/)
- varie iniziative: Most, Dual progress,Erasmus, Placement, borse di studio, che valgono anche e soprattutto per gli studenti calabresi, che non sfruttano al meglio quest'opportunità; influenzati anche da una politica decadente che sembra diffondere disinteresse nell' istruzione e nella ricerca.
- intetnational campus: si passa da 32 studenti, appartenenti all' anno accademico 2009/10 venuti a frequentare corsi di lauree magistrali e dottorati di ricerca per almeno tre anni; a 95 studenti attualmente iscritti all' Unical.
- integrazione e non assimilazione; ovvero di entrare in relazione con l'altro, non imponendo la propria cultura e tradizione, rischiando di alimentare il razzismo, bensì collaborando. Conoscere, evitando pregiudizi. Ecco perché si da la possibilità loro di presentarsi, ad esempio lo scorso anno gli asiatici hanno coinvolto l'università con l'evento "Ciao Indonesia" e prossimamente assisteremo alla proposta del Sudamerica "Ecuador vive in Calabria".
Vi è una macro presenza di studenti provenienti da Albania,Cina,Romania. Un forte aumento da molti altri Paesi, che però viene registrato solo con il 3% degli iscritti. 
A questo punto è intervenuta la dottoressa Saladino,che ha mostrato la situazione italiana, attraverso un questionario che è stato posto a 12.000 studenti,provenienti da 387 Paesi Europei diversi, collocati in 61 Atenei Italiani. Le statistiche hanno registrato che:

- il 57% è rappresentato dalle donne;
-  gli studenti spendono circa 800€ mensili, 400 dei quali solo per l'alloggio. Per cui le fonti di sostentamento provengono in particolar modo dalle famiglie, seguite da borse di studio e dal lavoro. Gli studenti lavoratori si concentrano maggiormente al nord;
- la valutazione dell'esperienza risulta positiva, poichè gli studenti hanno curato l'integrazione, sia per quanto riguarda le attività universitarie, sia i servizi offerti dalla società;
-  nonostante il quadro consistente, l'intenzione di restare in Italia dopo avere ottenuto ulteriori titoli di studio appare infondata.


La dottoressa conclude affermando che l'Italia  registra un numero cosi basso di internazionali perché manca di curiosità, e di apertura mentale, essa è considerata come un fanalino di coda; motivo per cui questi ultimi preferiscono tornare in patria una volta terminati gli studi. Vi é un'insufficiente offerta formativa, che non rispecchia i loro titoli, seguita da un' indifferenza da parte dello stato, che non percepisce la ricchezza che questa immensa diversità può portare alla società, poiché oltre ad appoggiarsi ad un sistema universitario, questi studenti incrementano l'economia. A tal proposito sono intervenuti gli studenti indonesiani, che hanno realizzato un video in cui hanno intervistato vari internazionali che hanno raccontato la loro esperienza. Qui si è denotato come molti partecipano alla vita sociale, offrendo il loro servizio, ricoprendo persino mansioni che gli italiani denigrano e credendo nella collaborazione con loro per il presente, ma anche per un futuro lavorativo. 



Le parole di uno studente statunitense, venuto a studiare qui all' Unical, hanno generato un particolare stupore, soddisfazione per certi versi, ma anche motivo di riflessione. Egli scrive: "If I am dreaming, please don't wake me up yet". Da qui dovrebbe partire il nostro interesse ad aumentare questo processo migratorio e creare maggior legami internazionali.

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