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mercoledì 3 giugno 2015

La Sindone: tra fede e scienza

Il giorno 27 Maggio 2015 il gruppo FUCI  Cosenza "Francesca Gallo" si è riunito presso la Cappella Universitaria, per l'incontro sulla Sacra Sindone tenuto dal Professore Filippo Burgarella, ordinario di storia bizantina dell'Unical.


La Sindone di Torino, nota anche come Sacra o Santa Sindone, è un lenzuolo di lino conservato nel
Duomo di Torino, sul quale è visibile l'immagine di un uomo che porta segni interpretati, come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili, con quelli descritti nella passione di Gesù. La tradizione cristiana identifica l'uomo con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo nel sepolcro.
Il termine "sindone" deriva dal greco σινδών (sindon), che indicava un ampio tessuto, come un lenzuolo e ove specificato poteva essere di lino di buona qualità o tessuto d'India. Anticamente "Sindone" non aveva assolutamente un'accezione legata al culto dei morti o alla sepoltura, ma oggi il termine è ormai diventato sinonimo del lenzuolo funebre di Gesù.

La storia della sindone risale al periodo bizantino.
La prova del carbonio 14 attesta che la Sindone risale al 1200-1300 ma secondo molti studiosi è una prova inattendibile.
La crocifissione di Gesù, secondo la dottrina del docetismo, veniva quasi evitata durante il I secolo, volendo concentrarsi sulla figura gloriosa e onnipotente piuttosto che sul Gesù uomo morto in croce. In virtù del docetismo, il cosiddetto Mandylion (telo molto venerato e custodito come un tesoro fin dai primi secoli che raffigurava il corpo martoriato di Gesù) veniva esposto facendo vedere solo il volto.
Il Mandylion o immagine di Edessa era un telo, venerato dalle comunità cristiane orientali, sul quale era raffigurato il volto di Gesù. L'immagine era ritenuta di origine miracolosa ed era quindi detta acheropita, cioè "non fatta da mano umana".
Era costituita da 2 supporti distinti:
·         Un telo ( drappo piegato 4 volte in modo tale che si vedesse soltanto il volto;
·         Un mattone o tegola ( con l’ostensione solo del volto).

 Oggi l’orientamento è diverso perché si cerca di raggiungere un equilibrio tra i due profili (ovvero la comparazione fra Mandylion e Sindone).

Esistono diverse immagini di
Gesù che circolavano fin dai primi tempi, tutte molto rassomiglianti fin
nei dettagli al volto della sindone. Ne sono un esempio le varie monete del VII Secolo che raffiguravano un volto molto simile. Queste immagini possono essere considerate delle prove che il Mandylion/Sindone era già conosciuto nei primi secoli, molto prima del medioevo (data a cui risale il telo secondo la prova carbonio 14). Inoltre tutti la consideravano vera
ed originale dal momento che quel volto veniva addirittura ricopiato nelle monete dell’impero bizantino.
È grazie agli arabi che il telo venne custodito nel corso del tempo. Successivamente l’Imperatore bizantino avviò una trattativa con i medesimi per riportarlo a Costantinopoli. La trattativa ebbe successo e da allora, il telo, fu custodito all’interno di un contenitore sigillato e ne veniva venerata la sola immagine.
Nel 1204 durante la Quarta crociata ci fu il Sacco di Costantinopoli nel quale  fu compiuta una grande razzia di reliquie tra cui anche la sindone.
Secondo una teoria, la Sindone fu portata in seguito ad Atene (1205) dove fu custodita in un monastero, per poi passare nelle mani di un cavaliere francese: Goffredo di Charny il quale realizzò la prima vera ostensione in Francia.
Nel richiedere l’autorizzazione per una seconda ostensione ufficiale, il Vescovo del luogo si oppose fermamente dicendo che a seguito di indagini da parte del precedente Vicario, si era scoperto che la Sindone era in realtà un falso e che si era scoperto chi fosse l’autore, però senza mai fornirne il nome. Questa posizione del Vescovo fu presa dopo la condanna dei Cavalieri Templari. Si pensa quindi che la medesima sia stata presa come una forma di cautela da parte del Vescovo per evitare contestazioni e critiche visto il clima del momento. Il problema è che questa “indagine” è stata nel corso degli anni accettata come sicura.
Nel 1400 la Sindone fu ereditata dai Savoia ed è grazie a loro che il telo ha maturato una tradizione italiana ed è quindi oggi custodita in Italia.

Molto probabilmente non si potrà mai stabilire se la Sindone sia effettivamente il telo che avvolse
Gesù. La stessa Natuzza Evolo durante una delle sue rivelazioni disse che il telo è originale ma non si avranno mai delle prove a sostegno.
Presumendo che Mandylion e Sindone siano la stessa cosa, se fin dai primi secoli gli uomini si sono prodigati tanto a custodire e proteggere ad ogni costo il telo, si può pensare che molto probabilmente sia davvero la prova definitiva di questo mistero e miracolo.

Fonte Appunti: Jessica Ritacco, Davide Spanò, Alessandro Giordano

Carlo Borsani



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